top of page
L'approccio psicosintetico alle problematiche lagate all'ansia

Ansia

Nel contesto odierno, sto osservando come l’ansia sia una delle principali problematiche a livello sociale.

Se diventa persistente, può diventare bloccante, in quanto la persona non riesce più a prendere le decisioni in base alle sue sensazioni, al contrario, tende a compiere le scelte in modo automatico, spesso evitando di fare anche le cose più semplici rinunciando un po' alla volta a vivere.

Questo molte volte accade perché l’individuo inizia a provare emozioni collegate alle paure che se non vengono consapevolizzate, col tempo prendono il sopravvento e si trasformano in stati d’ansia che via via si intensificano, arrivando anche colpire il piano fisico (attacchi di panico).

Ora vorrei portare l’attenzione sulle possibili cause da cui può essere alimentata.

A volte questi stati d’animo vengono etichettati dagli altri sottoforma di “malattia” e l’individuo interessato da questi episodi si sente davvero “malato” e questo non fa altro che amplificarli, in quanto tutto ciò lo porta a sentirsi diverso, perché li vive come se non si potesse fare altro che arrendersi e “accontentarsi”, limitandosi a pochissime attività che percepisce come “sicure” arrivando anche a passare la maggior parte del tempo da solo.

 

Dal mio punto di vista invece sto osservando come questa problematica derivi anche dagli stimoli e dalle continue pressioni che le persone subiscono nell’arco della giornata.

Se passano in modo inconscio, possono dare origine a ciò che ho descritto poche righe sopra, creando così delle reazioni automatiche da parte degli individui che portano a subire dei blocchi a livello mentale, emotivo arrivando a colpire anche quello fisico.

 

Una delle cause secondo me è l’attuale “mondo” tecnologico, ormai arrivato a livelli esasperati.

Ciò non significa affatto che la tecnologia sia una cosa del tutto negativa, il problema secondo me invece, dipende da come viene vista e dall’uso che ogni persona ne fa.

È molto importante saper discernere quando utilizzarla perché utile e quando invece decidere di farne a meno perché superflua.

Questo passaggio è importante, perché da la possibilità all’individuo di essere centrato e non farsi dominare e influenzare nelle scelte.

Un’altra tematica collegata è quella che riguarda le aspettative, sia quelle che l’individuo ha nei confronti delle scelte, desideri, ambizioni nel corso della vita, che quelle degli altri nei confronti delle persone.

Per quanto riguarda il primo caso, se sono molto alte, fanno si che se qualche obiettivo prefissato andasse storto, come ad esempio una sconfitta a livello sportivo; un esame non superato a scuola o all’università; un colloquio di lavoro non riuscito per assunzione o per una posizione più prestigiosa, possono portare la persona a bloccarsi e rinunciare e nel caso poi a riprovarci.

Ciò dipende dal fatto che, nel momento in cui l’individuo si prefigge un obiettivo con aspettative altissime, queste alimentano le paure di insuccesso e di inadeguatezza, che nel tempo diventano ansia.

R. Assagioli, offre un passaggio che mi ha colpito nel suo manoscritto “per vivere meglio” e nel suo esempio che riguarda il campo sportivo scrive: L’atteggiamento sportivo genuino è quello di voler “giocare bene”, più che di voler vincere. Sono due cose diverse; il vincere può dipendere dall’inferiorità dell’avversario; da condizioni favorevoli di varia natura; da fattori casuali, e lo stesso vale per il “perdere”. Il vero sportivo non tiene a vincere a scapito dello “stile” del gioco, della correttezza, della lealtà. E, come in altri casi, IL NON “PREOCUPARSI” DI VINCERE, FAVORISCE LA VITTORIA!

Dal mio punto di vista, osservandolo in un contesto generale, dice due cose molto importanti:

In primo luogo per quanto riguarda “lo stile”, spesso non viene considerato.

Questo invece è molto importante perché soprattutto nel campo lavorativo, l’aspettativa viene focalizzata solo nella parte “prestigiosa” che spesso non comporta essere la scelta giusta.

Capita che nonostante la felicità iniziale dell’obiettivo raggiunto, dopo un po’ di tempo l’individuo inizi a vivere degli stati d’ansia per lui inaspettati, dovuti al fatto che il ruolo lavorativo non rispecchia il suo essere.

Il secondo aspetto invece riguarda il non preoccuparsi di vincere, che nell’epoca odierna viene spesso associato a bassa autostima; atteggiamento da perdente; personalità debole; livello di volontà basso etc.

Partendo dalla mia esperienza invece lo trovo un atteggiamento molto importante.

Tenere un livello di aspettativa più basso fa si che anche le paure di insuccesso diminuiscono e rendono più semplice e fluido il percorso che porta alla eventuale “vittoria” oltre al fatto che risulta più facile accorgersi se quello che stiamo facendo fa davvero per noi o no, potendo decidere se continuare o spostare le energie in qualcosa di più significativo per noi.

In più c’è anche un altro aspetto che trovo molto importante e riguarda il percorso che porta al traguardo perché se si resta focalizzati solo sull’obiettivo, si perdono molti passaggi e contenuti che possono essere utili per la crescita personale.

 

Nel secondo caso invece, sono gli altri ad avere aspettative alte verso l’individuo che spesso sono un’altra causa molto frequente che scatena gli stati d’ansia.

Anche queste circostanze possono essere scaturite da diversi contesti come quello lavorativo, scolastico, sportivo e familiare.

In queste situazioni le difficoltà aumentano perché molte volte le richieste fatte dagli altri che possono essere il capo; il docente, l’allenatore o i genitori, se non condivise tendono ad essere assecondate lo stesso dalla persona per la “paura di deludere l’altro” o di “ritorsione” che alimentano il senso di colpa e l’ansia.

Tutto ciò genera molta pressione e il non ascoltare le sensazioni, le emozioni, i bisogni e i desideri, portano a dei blocchi il quale se non vengono consapevolizzati e trasformati nel tempo possono arrivare a provocare degli stati depressivi.

Per fare in modo che ciò non accada è importante iniziare a capire che certe problematiche non dipendono direttamente dalla persona, al contrario possono essere dei desideri, bisogni, sconfitte non gratificati di chi li pretende che all’epoca non è riuscito a lavorarci su e vengono proiettati sugli altri pretendendo che se ne facciano carico.

L'ansia e le possibili cause

Se ti trovi in questa situazione, se ti va contattami pure e sarò lieto di rispondere alle eventuali domande e dubbi.

bottom of page